Per parlare della pioggia, del sole di tutto e di niente

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Barbapoutre
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Re: Per parlare della pioggia, del sole di tutto e di niente

Message par Barbapoutre » 03 janvier 2009 21:41

Dernier message de la page précédente :

Qualche volta incontriamo dei tizi un po' speciale tuttavia come questo mai.
Ma è vero che ha finito male. :cry:

LA STORIA D'UN POLTRONE*

Voglia o non voglia, per campar, Masetto
Al lavoro un bel di si trovà astretto.

E' vien prima al mulin; ma non appena
Ha visto un sacco che gli duol la schiena.

Passa allora dal fabbro, ma per poco;
Lo acceca il fumo e lo arrostisce il foco.

Prova col ciabattino; e presto a noia
La lesina gli viene e il batter cuoia.

Quindi vuol fare il sarto; e in più d'un mese
Neppure ad incrunar quel goffo apprese;

Nè fa come arrotin miglior riuscita,
Che arrota in luogo del coltel le dita.

Oh, poltrone sbadato! Io ci scommetto,
Che a nulla mai riuscirà Masetto!

Difatto ei dice : Or che farò? Il vetraio?
Ma il rompersi dei vetri è pure un guaio;

Nè per mia fè, col legnaiuol m'impaccio,
Chè il segare e il piallar vi rompe il braccio.

Buon mestier saria quel di stampatore;
Ma il leggere e lo scrivere ho in orrore.

E al garzon di bottega agile e pronto
Esser conviene e saper far di conto.

« Tentiam col parrucchier!» Tenta; ma è un caso
Se non vi taglia orecchi e mento e naso.

Prova col legator : ma il bighellone
Mette i fogli a rovescio e li scompone.

O poltrone, sbadato! Io ci scommetto
Che male ancor la finirà Masetto.

Qual'arte non tentasse e qual mestiere
Dir non saprei: il cuoco e il tappezziere,

L'orefice, il sellaio e l'annaiolo,
Il gridator di stampe e il ceraiolo,

Il funaio, il fumista, l'imbianchino,
Il garzon di locanda, il vetturino,

Lo stalliere, lo sguattero... infin tutto
Egli ha tentato e con ugual costrutto.

In capo a un mese ognuno il cacciò via,
Sicchè ridotto a mendicar per via,

(Con a letto un canil), lacero, smunto,
Brutto dal vizio e dal liquor consunto,

Venne a morir ier l'altro all'ospedale.
Già ve lo dissi che finiva male.

Il canzoniere dei fanciulli. Salani, Firenze.

(1. lncrunare : passer le fil dans le trou (la cruna) de l'aiguille. ~ 2. Saria: sarebbe.
Costrutto: successo. - 2. Lo. - 3. Con un canile per letto.)



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Jarod1
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Message par Jarod1 » 03 mars 2009 15:58

Io piasce sciare.
"disons que la chine est un pays particulier,c'est sur,tout le monde a du travail,et ceux qui ne savent rien faire au lieu d'attendre que ça passe balayent les autoroutes.
on ne sait pas trop à quoi ca sert,mais au moins,ils travaillent."

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Re: Per parlare della pioggia, del sole di tutto e di niente

Message par Barbapoutre » 03 mars 2009 17:22

Tu sei bravo!
A me non mi piace molto lo sci, di fatto avrei bisogno che ci sia qualche freno o non so che di similare per fermarmi quando la velocità e troppo alta. Ho fatto molte prove, ma non sono mai riuscito a fare dei progressi per prendere piacere.

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Message par Barbapoutre » 14 mars 2009 12:40

Ora metto cui un piccolo testo per "Clint" sebbene da qualche tempo non l'ho visto sul forum. ;)

La giustizia. (Giovanni Verga Novelle Rusticane 1883)

Le comari filavano al sole, e le galline razzolavano nel pattume, davanti agli usci, allorché successe un gridìo, un fuggi fuggi per tutta la stradicciuola, che si vide comparire da lontano lo zio Masi, l'acchiappaporci, col laccio in mano; e il pollame scappava schiamazzando, come se lo conoscesse.
Lo zio Masi si buscava dal municipio 50 centesimi per le galline, e 3 lire per ogni maiale che sorprendeva in contravvenzione. Egli preferiva i maiali. E come vide la porcellina di comare Santa, stesa tranquillamente col muso nel brago, di contro all'uscio, gli gittò al collo il nodo scorsoio.
- Ah! Madonna santissima! Cosa fate, zio Masi! - gridava la zia Santa, pallida come una morta. Per carità, zio Masi, non mi acchiappate la multa, che mi rovinate! -
Lo zio Masi, il traditore, per pigliarsi il tempo di caricarsi la maialina sulle spalle, le sballava di belle parole: - Sorella mia, che posso farvi? Questo è l'ordine del sindaco. Maiali per le strade non ne vuole più. Se vi lascio la porcellina perdo il pane -.
La zia Santa gli correva dietro come una pazza, colle mani nei capelli, strillando sempre: - Ah! zio Masi! non lo sapete che mi è costata 14 tarì a San Giovanni, e la tengo come la pupilla degli occhi miei! Lasciatemi la maialina, zio Masi, per l'anima dei vostri morti! Che all'anno nuovo, coll'aiuto di Dio, vale due onze! -
Lo zio Masi, zitto, a capo chino, col cuore più duro di un sasso, badava solo dove metteva i piedi, per non isdrucciolare nella mota, colla maialina di traverso sulle spalle, che grugniva rivolta al cielo. Allora la zia Santa, disperata, per salvare la porcellina, gli assestò un solenne calcio nella schiena, e lo fece andare ruzzoloni.
Le comari, appena videro l'acchiappaporci in mezzo al fango, gli furono addosso colle rocche e colle ciabatte, e volevano fargli la festa per tutti i porci e le galline che aveva sulla coscienza. Ma in questa accorse don Licciu Papa, colla tracolla dello sciabolotto attraverso la pancia, gridando da lontano come un ossesso, fuori tiro delle rocche: - largo alla Giustizia! largo alla Giustizia! -
La Giustizia condannò comare Santa alla multa ed alle spese, e per ischivare la prigione dovettero anche ricorrere alla protezione del barone, il quale aveva la finestra di cucina lì di faccia nella stradicciuola, e la salvò per miracolo, facendo vedere alla Giustizia che non era il caso di ribellione, perché l'acchiappaporci quel giorno non aveva il berretto col gallone del municipio.
Vedete! - esclamarono in coro le donne. - Ci vogliono i santi per entrare in Paradiso! Questa del berretto nessuno la sapeva! -
Però il barone aggiunse il predicozzo: - Quei porci e quelle galline bisognava spazzarli via dal vicinato; il sindaco aveva ragione, ché sembrava un porcile -. D'allora in poi, ogni volta che il servo del barone buttava la spazzatura sul capo alle vicine, nessuna mormorava. Soltanto si dolevano che le galline chiuse in casa, per scansare la multa, non fossero più buone chiocce, e i maiali, legati per un piede accanto al letto, parevano tante anime del purgatorio. - Almeno prima la spazzavano loro la stradicciuola.
- Tutto quel concime sarebbe tant'oro per la chiusa dei Grilli! - sospirava massaro Vito. - Se avessi ancora la mula baia, spazzerei la strada colle mie mani -.

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Message par Barbapoutre » 29 mars 2009 21:40

Per parlare di niente, però né della pioggia né del sole, Vi propongo qualche scioglilingua o in altre parole è una successione di parole difficili da pronunciare. Lo stesso che in francese : Si six scies scient six saucissons, six cent six scies scient six cent six saucissons.

SCIOGLILINGUA
Caro aratore, ara la terra dall'aurora alla sera.
O pazza, spazza la stanza e spostami la zappa.
Al rezzo del nespolo presto farà fresco.
Io canto nel campo accanto e tu campi nel canto del campo.
Se il coniglio gli agli ti piglia, piglia il coniglio e tagliagli gli artigli.
Porta il corpo del porco nel porto.

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Message par Barbapoutre » 07 avril 2009 12:24

Capisce chi può o chi vuole.
1952 questa canzone è abbastanza vecchia, mi ricordo quando ero piccolo una mia zia che viveva in Italia mi cantava questa canzone, in questa época certo perchè ero piccolo non capivo quello che volevano dire le parole, ma in questi giorni di crisi capisco meglio. Peraltro ho trovato un comentario che mi paia giusto: "E sempre la stessa storia i papaveri alti mangieranno sempre quelli piccoli"

PAPAVERI E PAPERE
di Mascheroni - Rastelli - Panzeri
Su un campo di grano, che dirvi non so,
un dì Paperina col babbo passò
e vide degli alti Papaveri al sole brillar...
E lì s'incantò.
La Papera al Papero disse: "Papà,
pappare i papaveri come si fa?"
"Non puoi tu pappare i Papaveri" disse papà.
E aggiunse poi beccando l'insalata:
"Che cosa ci vuoi far, così è la vita".
Rit. (Morale)
"Lo sai che i papaveri
son alti, alti, alti...
...e tu sei piccolina...
...e tu sei piccolina...
Lo sai che i papaveri
son alti, alti, alti...
...sei nata Paperina,
che cosa ci vuoi far?"
Vicino a un ruscello, che dirvi non so,
un giorno un papavero in acqua guardò
e vide una piccola Papera bionda giocar...
e lì si incantò.
Papavero disse alla mamma: "Mammà,
pigliare una Papera come si fa?"
"Non puoi tu pigliare una Papera" disse mammà.
"Se tu da lei ti lasci impaperare,
il mondo intero non potrà più dire:"
Rit. (Morale)
E un giorno di maggio, che dirvi non so,
avvenne poi quello che ognuno pensò:
Papavero attese la Papera al chiaro lunar...
e poi la sposò.
Ma questo romanzo ben poco durò.
...Poi venne la falce che il grano tagliò.
...E un colpo di vento i Papaveri in alto portò.
...Così Papaverino se n'è andato
lasciando Paperina impaperata.
Rit. (Morale)

http://www.youtube.com/watch?v=Z-JiLzPTmyU

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Message par Barbapoutre » 02 mai 2009 22:00

I vecchi mestieri!

L'OFFICINA DEL FABBRO FERRAIO.
Era uno stanzone pien di polvere di carbone, colle pareti tutte irte di martelli, di tanaglie, di spranghe, di ferracci d'ogni forma; e in un angolo ardeva il fuoco d'un fornello, in cui soffiava un mantice, tirato da un ragazzo. Precossi padre era vicino all'incudine. Il garzone gli porse una lunga spranga, di ferro arroventata da un capo, e il fabbro l'appoggiò sull'incudine. Faceva una di quelle spranghe a voluta per le ringhiere a gabbia dei terrazzini. Alzò un grosso martello e cominciò a picchiare, spingendo la parte rovente ora di qua ora di là, tra una punta dell'incudine e il mezzo, e rigirandola in vari modi; ed era una meraviglia a vedere come sotto ai colpi rapidi e precisi del martello il ferro s'incurvava, s'attorceva, pigliava via via la forma graziosa della foglia arricciata d'un fiore, come un cannello di pasta, ch'egli avesse modellato con le mani. E intanto il suo figliuolo ci guardava, con una cert'aria altera, come per dire: - Vedete come lavora mio' padre! - Ha visto come si fa, il signorino? - mi domandò il fabbro, quand'ebbe finito, mettendomi davanti la spranga, che pareva il pastorale d'un vescovo.

EDMONDO DE AMICIS. Cuore. Treves, Milano.

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Message par Barbapoutre » 30 juin 2009 19:06

Parlare da solo, non è proprio parlare! Allora pongo di seguito una piccola barzeletta.
Questo per dire che i politici sono un po' ladri ma è lo stesso nel mondo intero mi pare!.
Un tizio arriva con la macchina, piuttosto scassata, davanti a Montecitorio, e posteggia proprio in mezzo alla strada. Un vigile gli si avvicina e gli dice: "Ma cosa fa? Non si può parcheggiare qui!" "Perchè?" "Come perchè?" "Perchè qui ci passano Ministri, Deputati, Senatori, ..." E il tizio: "E che mi frega? Tanto io ho l'antifurto!"

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Message par Barbapoutre » 25 septembre 2009 23:42

Succedeva sempre che a un certo punto uno alzava la testa ... e la vedeva. E una cosa difficile da capire. Voglio dire ... Ci stavamo in più di mille, su quella nave, tra ricconi in viaggio, e emigranti, e gente strana, e noi ...
Eppure c'era sempre uno, uno solo, uno che per primo la vedeva. Magari era lì che stava mangiando o passegiando, semplicemente, sul ponte ... magari era lì che si stava aggiustando i pantaloni ... alzava la testa un attimo, buttava un occhio verso il mare ... e la vedeva. Allora si inchiodava, lì dov'era, gli partiva il cuore a mille, e, sempre, tutte le maledette volte, giuro, sempre, si girava verso di noi, verso la nave, verso tutti, e gridava: L'America.
Poi rimaneva lì, immobile come se avesse dovutto entrare in una fotografia, con la faccia di uno che l'aveva fatta lui, l'America.

Alessandro Baricco : Novecento un monologo
(Novecento Pianiste un monologue)
Dans le cadre du festival de théâtre Rencontres Seul en scène, le musicien et chanteur Jacques Higelin, lira « Novecento : pianiste » de l'écrivain italien Alessandro Baricco. Première et unique manifestation en France à associer toutes les formes de monologues de théâtre : « Rencontres Seul en Scène » est un festival de théâtre qui se tiendra du jeudi 10 au dimanche 13 septembre 2009 au Théâtre Le Trianon (avec 10 artistes sur 4 jours).

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Message par Barbapoutre » 07 janvier 2010 22:03

Un giorno, un altro giorno, le cose sembrano essere sempre uguale, se uno ti chiede se tutto va bene tu gli risponde: tutto bene! e così passa la vita.
Tuttavia ci sono giorni un po' diversi perchè qualcuno che ha la stessa età che tu, vienne di morire e questo ti fà pensare alla morte.
Quando accade tale avvenimento lego un testo di Dino Buzzati che mi pare descrivere perfettamente il mio pensiero
Il reggimento parte all'alba (Dino Buzzati)

Da alcuni piccoli sintomi, da certe voci, che corrono, da certe facce che s'incontrano, viene quasi da pensare che il suo reggimento si prepari alla partenza, e magari partirà fra un mese, fra un anno, fra dieci anni, ma già si prepara.
È una giornata bellissima di primavera, il 9 maggio, un sabato, dinanzi alle case della città uomini, donne e bambini si affaccendano intorno alle automobili, caricano valigie, pacchi, giocattoli, sci, battelli; sono vestiti per la gita, è l'amore, la giovinezza, la speranza, la vita.
Anche nei grandi cortili del suo reggimento" chissà dove, batte lo splendido sole ma portaordini vanno e vengono, la tromba dà segnali insoliti che nessuno o quasi conosce, si nota una diffusa irrequietudine, il signor colonnello, il capo di stato maggiore .e gli altri ufficiali importanti stanno lavorando nei loro uffici benché sia sabato di primavera e la gente della città si prepari al sollievo, alla libertà, alla gioia, perché forse il reggimento deve partire. È il reggimento suo?
Non è che lui sia militare di mestiere. Ma tutti senza eccezione nella sua città e anche fuori nelle campagne, valli, rive del mare, per quanto è esteso il mondo, tutti in certo modo appartengono a un reggimento e i reggimenti sono innumerevoli, nessuno sa quanti sono, e nessuno sa neanche quale sia il suo reggimento, eppure i reggimenti sono accantonati qui intorno, anthe nel cuore della città, benché nessuno se ne accorga e ci pensi. Però quando un reggimento parte, chi gli appartiene, pure lui deve partire. .
Altri dicono invece che si tratta di navi. Ciascuno è iscritto come passeggero di una nave, senza sapere dove sia né il nome. E sono navi strane, capaci di salpare dal centro di un arido deserto o dalla precipitosa gola di una montagna. Ma reggimento o bastimento è lo stesso, il fatto è che un bel giorno ciascuno di noi deve partire.
ed ancora
IL VIAGGIO DI RICAPITOLAZIONE.
Durante il quale ritrova le cose completamente cambiate (Ulisse, Pascoli) e quel senso misterioso del tempo quel senso incomprensibile del tempo, questa cosa invisibile e immensa che macina lentamente il mondo e la gente è macinata e non si accorge, l'anno prossimo apriremo un albergo, fra due anni visiterò l'America, fra tre anni uscirà il mio nuovo libro, il mese prossimo andrò a Chianciano per la cura, dopodomani mi incontrerò col presidente, domani comprerò una nuova gillette, stasera verranno degli amici, domani e domani e domani Shakespeare, non si fa in tempo neppure a sedersi a tavola, portano lo sformato di cinghiale, si intravede laggiù il maitre in persona che avanza con il grande piatto di vermeil e sopra il bestione nero e fumante ma ti toccano su una spalla, c'è uno che ti tocca sulla spalla, tu ti volti, è un tipo assai cortese, «Mi perdoni, non è colpa mia, però ho avuto l'incarico di avvertirla, signore, mi perdoni, il suo reggimento...»,
«Che cosa? C'è qualche novità?»
«Domattina alle sei il reggimento, il suo reggimento è comandato a partire..

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Message par Barbapoutre » 23 juillet 2010 23:44

Eve

Un picolo articolo sul latte de mandorla giusto per te.
Il latte di mandorla è una bevanda tipicamente siciliana, diffusasi anche in Calabria, in Campania e in Puglia.
La regione Puglia ha inserito il latte di mandorla nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani.
È realizzata mettendo in infusione in acqua le mandorle finemente tritate e spremendo poi le stesse per farne uscire tutto il succo.

Il latte di mandorla è un infuso a freddo, per preparalo occorrono 2/3 di mandorle e 1/3 di zucchero. Sarebbe meglio procurarsi mandorle fresche, ma può essere fatto anche con quelle secche dopo averle fatte reidratare in acqua per qualche ora. Dopo aver pelato le mandorle, si triturano finemente con lo zucchero e si pone la pasta ottenuta in un canovaccio a maglie larghe. Il canovaccio va messo in acqua e tenuto in infusione per almeno 6 ore. Il canovaccio va strizzato bene per recuperare tutte le gocce del prezioso liquido, che va versato in una bottiglia e messo in frigorifero.

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Message par Eve » 23 juillet 2010 23:53

Merci :oops: amour29

J'ai soif maintenant :manger26 :content85 :content79 :content85
Je tiens à mon imperfection, comme à ma raison d'être. Anatole France

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Message par Barbapoutre » 29 octobre 2010 20:43

Bunga Bunga

In questi giorni si parla di qualche cosa un po scandalosa in Italia, il bunga bunga che potrebbe essere un gioco erotico, una specialità africana, più probabilmente libica, forse cara a Gheddafi, e quindi d'importazione. Ma in queste ore, dopo la sua apparizione in atti giudiziari della procura di Milano, tutti si chiedono cosa effettivamente sia.

Nel Corriere della Sera si puo leggere la vicenda:
Ruby, la minorenne marocchina, che questa estate ha raccontato ai pm di Milano delle sue visite nella villa di Arcore e delle decine di belle donne, vip ed escort, presenti alle feste di Silvio Berlusconi, ha svelato, nero su bianco ai giudici, le regole del «Bunga bunga». E cioè di quel rituale del padrone di casa d'invitare alcune ospiti, le più disponibili - racconta a verbale la diciassettenne - ad un dopo cena hard. «Silvio mi disse che quella formula l'aveva copiata da Gheddafi: è un rito del suo harem africano».
Qualchuno dice che è la barzeletta preferita di Silvio Berlusconi
«Vi sono due ministri del governo Prodi che vanno in Africa, su un’isola deserta, e vengono catturati da una tribù di indigeni.
Il capo tribù interpella il primo ostaggio e gli propone: ‘‘Vuoi morire o Bunga-bunga?’’. Il ministro sceglie: ‘‘Bunga-bunga’’. E viene violentato.
Il secondo prigioniero, anche lui messo dinanzi alla scelta, non indugia e risponde: ‘‘Voglio morire!’’. Ma il capo tribù: ‘‘Prima Bunga-bunga e poi morire».
Di sotto la definizione che ne da l'urbandictionnary!

http://www.urbandictionary.com/define.p ... unga+bunga

spacedan
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Message par spacedan » 31 octobre 2010 05:53

mmmm, grazie barba...
Il latte di mandorla mi piace molto.
Cuando fa caldo, cuesto rifresca molto bene.
Il limoncello pure mi piasce, doppo di mangare.
Wake up Neo...
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Message par Barbapoutre » 05 mars 2012 21:38

... e anche della barba! :lol: :lol:
Questo lo scrive il corriere della sera.
Basta maschi acqua e sapone, con il volto liscio e dall’aspetto a volte bambinesco. Oggi il 78,5% delle donne italiane preferisce l’uomo con la barba, sinonimo di forza e virilità. Folta, appena accennata, stilizzata o ridotta ai minimi termini sotto forma di pizzo, la barba ha fatto quest’anno il suo ritorno sui volti dei maggiori sex symbol internazionali, soprattutto tra quelli emergenti. Ritenuti più mascolini (61%) e intraprendenti (47%) rispetto alla categoria dei rasati, gli uomini con la barba raccolgono innumerevoli consensi dal pubblico femminile.
Che bella vita per i barbuti in Italia avete letto 78,5% è sicuramente meglio che il risultato della prossima elezione presidenziale.

Voi che ne pensate? Berlusconi con la barba? invece ritengo che c'è ne uno che l'ha gia fatta da qualche mese ... DSK! :content36 :content36

spacedan
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Message par spacedan » 09 mars 2012 10:05

Ciao barba,

la barba ! Chabal, Jésus i Robert Hue :D
Le piasce alle donne, perfetto, io ce l'ho una ! :icon_winks: Ma non sono solo...

Mi da fastidio di rasarla (?) ogni giorni...
i a me mi piasce perche no riprensenta tutte le convenzione sociale, e un po a parte...
Wake up Neo...
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